Ci sono storie che non hanno nemmeno il tempo di essere vissute, futuri che diventano passati ancora prima di essere davvero presenti.
Ci sono genitori che non hanno l’occasione di stringere i loro bimbi tra le braccia, di vederli crescere, di viverli fuori dai loro sogni e dalle loro speranze. Ci sono bambini la cui vita dura poco più di un soffio, lasciando dietro di sé dolore e sogni infranti.
Una culla vuota, un giocattolo ancora impacchettato, un quadro vuoto senza quella fotografia mai scattata, un palloncino sgonfio, una casa silenziosa e ordinata: perdere un figlio non è solo perdere lui, ma anche sogni, speranze.. si perde il futuro che lui non potrà vivere. Ed è in questo futuro senza di lui che si deve andare avanti.
Quando si perde un figlio riuscire a trovare uno spazio a quello che non è stato è tremendamente difficile: elaborare la perdita, riempire il vuoto, riuscire a trasformare il dolore sordo e cupo in nostalgia, riuscire a vedere nell’assenza di quel figlio la presenza di ciò che ha lasciato a chi lo ha amato, nonostante tutto. Riuscire a sentire che in quel futuro, comunque, quel bambino c’è, non come ci si era immaginati, ma c’è e non è stato dimenticato.
Ogni bambino lascia qualcosa con il suo passaggio, una traccia, un cambiamento, un ricordo. Non è facile appigliarsi a questo nel mare del dolore, ma è possibile.. E quando ci si riesce, tutto cambia.
Ogni bambino può aver lasciato dietro di sé…
- L’amore. Non ho conosciuto nessun genitore che mi abbia detto che avrebbe preferito non aver avuto quel figlio, nonostante l’infinito dolore della sua perdita. Tutti i genitori hanno profondamente amato i loro figli, e continuano ad amarli al di là della loro morte. Tutti i genitori ricordano con tenerezza ogni istante trascorso ad attendere i propri bambini, ricordano le speranze, ricordano i sogni… E in questi ricordi i loro figli rimangono, così come l’amore per loro.
- Occhi nuovi. Un nuovo modo di guardare al mondo e alla vita. L’attenzione alle piccole cose, la voglia di trovare nei dettagli della propria quotidianità qualche buon motivo per andare avanti, il desiderio di non perdere la speranza e di continuare a credere di poter ancora sorridere.
- Nuove sensibilità. Aver attraversato la burrasca, essere piombati dalla felicità più pura al burrone buio della sua perdita, sapere cosa significa sentirsi soli e vuoti, apre le porte a una nuova empatia, alla voglia di esserci per chi altro soffre, ad una capacità di ascoltare senza giudizio e senza pretese.
Questo, e tanto altro, è quello che resta di quello che non è stato; e questo, e tanto altro, può essere il motore per elaborare il lutto per la perdita di un figlio. Questi, e molti altri, sono i motivi per cui un bambino che è venuto a mancare non va dimenticato, non va sostituito, ma può e deve essere riconosciuto, sempre e da tutti, come un membro reale, anche se non fisicamente presente, di quella famiglia e della vita dei suoi genitori.
Dott.ssa Giulia Schena
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